domenica 13 dicembre 2009

Proiezioni

Il buio illuminato dalla macchina sospende il mio stato d'animo, perdo la concentrazione e mi assento, è come se l'asfalto fosse un enorme tapis-roulant di catrame e i fianchi della macchina divenissero la scenografia di un teatro all'aperto. Qualche cambio d'immagine mentre attraverso la nebbia, un muro di impalpabile grigiore che si nutre di luce, spandendola in un moto diseguale, confondendo ogni forma e distanza. Avverto solo qualche parola del mio passeggero, non dedico molta energia all'ascolto per non perdere questa trance autoindotta e realizzo che essere sé stessi è un problema, quando sé stessi significa essere me. Il parabrezza mi proietta scelte, cause e conseguenze del mio vissuto, evidenziandone gli errori commessi e io, come al solito mi giustifico-su quegli stessi concetti sento la voce insistente di chi mi sta accanto e vorrebbe il mio bene, mi soffermo sulla frase chiave “si vede come riesci a cavartela da solo” e comincio a valutarmi partendo da zero, comincio a pensare che chi mi ferisce lo fa per me, ma ovviamente io mi scanso per non sentire male. Crescita pari a niente, stasi e sospensione innaturale, profondo senso di inadeguatezza al mondo e la consapevolezza di non potercela fare, tutto questo modifica il mio modo di percepire le cose – “non mi ascolti” accusa - è vero, ma che ci posso fare ? La continua mancanza di possibilità, di denaro, degli ultimi mesi mi fa sentire in apnea, penso sempre di essere arrivato al dunque, di cominciare a poter godere di quel poco che mi spetta e poi immancabilmente qualcosa va storto. Non posso dare nulla a chi mi sta vicino, ho un profondo senso di vuoto causato dalle mie capacità, che evidentemente non servono a nessuno, e poi quali sono queste famose capacità ? Lo scrivere ? La matematica ? L'informatica ? Se hai tutte queste capacità e non le hai messe a frutto semplicemente sei un inconcludente, un brillante inconcludente o più facilmente non hai talento. Ho come l'impressione che il mio momento debba arrivare, e che la gente intorno si irriti pensando a come sto progettando questa transizione, semplicemente perchè la crisi mi ha assalito e non mi libera dalle sue fauci. Forse sono anarchico, non ascolto nessuno, ma cerco di fare contenti tutti tenendomi le mie osservazioni e dando sempre ragione, è solo che non mi muovo, hanno tutti ragione, ma io sono qui con le mie scelte e aspetto, tanto la mia dignità è morta qualche chilometro fa, sotto le ruote della macchina con una buona dose d'amor proprio.

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