Nel mio mondo, appoggiare il piede alla mattina può essere particolarmente importante... nel mio mondo il dolore fisico fa male anche all’anima e i pensieri si susseguono privi del minimo senso critico...nel mio mondo la realtà diviene profumo...e il mio mondo profuma d’irreale...
Appoggio il piede dolorante sul tappeto, mi accorgo che mi fa troppo male, e il male mi sveglia. Sono mesi che dopo una storta mi fa ancora male, e devo far schioccare il mignolo prima di camminare, il rito è sempre lo stesso, apro gli occhi, accendo l’abatjour, appoggio il piede per terra e mi accorgo di non poterci camminare sopra, così ritiro nuovamente il piede e con due dita tiro il mignolino come faceva mia nonna quand’ero piccolo e quell’ossicino fa STOCK, un rumore sordo che mi da sollievo, ma che non mi ha privato della sensazione di dolore e di un conseguente mal di testa da stress fisico. Da piccolo mia nonna la odiavo quando faceva quella cosa, lei rideva mentre mi causava del dolore...cominciamo bene ho pensato...a tastoni guadagno la toilette in stato vegetativo e ogni passo mi innervosisce, è tardi...mi sono svegliato tardi...ma decido comunque di fare una doccia perchè sento che devo lavare via qualcosa, e poi in Ufficio non è bello sentire l’odore pregnante di sudore da sonno. I primi jeans che trovo e la felpa al contrario sul termo spento, sono vestito, la routine viene appesantita ulteriormente dal fatto che i jeans sono stretti, e insistono in modo continuo e fastidioso sul mio coglione sinistro, non so se è perchè sia più grande del destro, ma comunque è una rottura immane camminare su quel cazzo di piede offeso e sentirsi stringere le palle. Io questi jeans li brucio giuro e domani vado dall’ortopedico che è anche mio vicino di casa...perchè sono così inconcludente ? E’ il mio vicino di casa...cosa mi costa andarci ? E i Jeans ? Perchè diavolo continuo a metterli...Nel breve tragitto che dal portone arriva alla mia macchina penso di essere un inconcludente e conseguentemente sorrido. Solo uno squilibrato può pensare di essere un inconcludente in modo così convinto perchè la sua parte sinistra gli duole e penso anche che solo uno squilibrato può sorriderne.
Fuori il mondo è vivo anche se fa schifo, il cielo è grigio, il traffico alle 8.15 in circonvallazione è già troppo intenso, è tutto così irritante, anche il signore che non ti fa passare dall’incrocio pur dovendo stare in fila...che stronzo figlio di puttana, un giorno sogno di uscire dalla mia vettura e tirarlo fuori dal finestrino e punirlo pubblicamente così che la gente rispetti quella precedenza che ogni bravo automobilista dovrebbe dare a chi esce da un cazzo di incrocio in circonvallazione, è già tardi deficiente non posso aspettare che tu a passo di lumaca mi lasci il posto per passare. Quando arrivo nella zona artigianale dopo 1 semaforo, 1 stop e 3 rotonde gli operai sono ancora giù nel bar a chiacchieare...mi guardano, io sono in ritardo di 20 minuti buoni e ho ancora il segno del cuscino sulla faccia, uno di loro accenna il saluto e dopo poco vanno alle loro auto aziendali per cominciare il lavoro che con la dedizione e il sentimento di un automa gli preparo quotidianamente. Mentre sto per avvicinarmi a loro, il cuore mi pompa lo smaronamento di quel cattivo risveglio nelle vene e incrocio una ragazza estremamente simpatica, di cui ho buonissimi ricordi, e penso che non è proprio il caso di avere uno scambio sociale nello stato in cui ero. Lei mi sorride sinceramente, è come una boccata d’ossigeno e io faccio altrettanto, tentando di imbastire in modo non poco impacciato un saluto, la approccio, come si farebbe quando vuoi far capire che hai fretta ma non vuoi essere cafone.
Ciao...saranno cent’anni...le dico mentre lei sta infilando delle buste nella cassetta delle poste...fai mille risponde sempre sorridendo e mi bacia le guance rasate di due giorni. I soliti convenevoli, sono impacciato, parliamo di un amico comune per rimanere ad una distanza di sicurezza, io ho la voce cavernosa di chi ancora non ha parlato con nessuno e si è svegliato con una leggera raucedine. Ricordo che 10 anni fa avrei voluto sbatterla violentemente, ma sempre per il mio essere impacciato non lo feci, mi convinco di questo per non pensare che in realtà era lei a non darmi modo di avvicinarla così.
Il mio ego ha una medicina per qualsiasi tipo di rifiuto, penso di aver subito talmente tanti rifiuti e abbandoni che dovendo drogarmi di artifici mentali assurdi per discolparmi da tutto e non sentirmi causa di allontanamenti vari ho seriamente perso la reale dimensione delle situazioni e di ciò che sono. Quando sono lucido mi rendo conto di essere un asociale e questa asocialità mi ha portato a pensare che il mondo non sia alla mia altezza...15 minuti fa osservavo la mia inconcludenza e ora osservo la mia onnipotenza, il mio squilibrio comincia a preoccuparmi e la giornata è appena iniziata.Mi siedo alla scrivania, controllo le firme dei miei colleghi e noto che manca quella del più riottoso, le paghe sono in ritardo di un mese e lui si rifà con queste assenze improvvise, o semplicemente mi sono dimenticato che è in ferie, bah, il mio interesse per questa cosa è lo stesso che proverebbe un Bonobo per un nuovo spot della Saratoga. Constato con gioioso cinismo che questa mattina non c’è quell’esaurita della mia segretaria, in assoluto la persona più negativa che conosca. Penso che una persona che faccia uso di psicofarmaci come lei non possa stare vicino agli altri, perchè esaurisce anche loro, ma gli psichiatri giocano su questo, la lasciano a piede libero apposta quei bastardi, così che anche altri impazziscano e aumenti il consumo di sostanze psicotrope legali. In pratica il discorso è questo, lei si comporta sempre nel modo peggiore in base alla circostanza in cui è, si comporta cioè nel modo da arrecare il più grave danno a chi le sta intorno, perchè la sua vita è una corona tempestata di fallimenti, in campo amoroso e professionale e allora cerca di stabilizzare sul suo standard la vita di chi la avvicina o di chi le dà confidenza. Facendo così si crea una schiera di inimicizie incattivite che nel tempo sfociano in litigi anche da tribunale, e di conseguenza è costretta ad assumere psicofarmaci per riequilibrare i minerali che ha nel cervello ed avere una sorta di benessere chimico che le permetta di continuare a comportarsi malamente. Io dico...smettete di darle medicine e insegnatele a vivere altrimenti mettetela in malattia finchè non guarisce di testa, ma capisco che sarebbe un peso sociale, mentre alimentare la richiesta farmaceutica di certi prodotti non può che essere positivo per l’economia precaria in cui siamo.
Caffè ?...sì arrivo subito, chiudo la mia pagina di FB dove ho ricevuto le solite notifiche inutili, e capisco che pur avendo 160 amici ci si può sentire soli e decido che un caffè con un collega è molto più conviviale.
Ridiamo del fatto che non c’è la psicopatica e dopo avere assunto caffeina sono carico come una molla, speravo in una spirale ascendente emotiva e invece sono nel collo dell’imbuto, anzi...rivivo ancora più velocemente i pensieri: piede, jeans, inconcludenza, squilibrio e onnipotenza e scrivere non mi aiuta...stasera mi sbronzo sicuro perchè nel mio mondo, appoggiare il piede alla mattina può essere particolarmente importante... nel mio mondo il dolore fisico fa male anche all’anima e i pensieri si susseguono privi del minimo senso critico...nel mio mondo la realtà diviene profumo...e il mio mondo profuma d’irreale...così è nei fatti.
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